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In obitu Prof. Dott. - Dott. H.C. ANTONINO ALBAROSA


A differenza di altri protagonisti della musicologia italiana, la lungimiranza ha consentito a Nino Albarosa di sostenere con forza la scientificità del metodo semiologico conducendolo sul solido piano della fedeltà al compito storico che gli era stato assegnato fin dalle sue origini – quello di un rinnovamento documentato e consapevole del Canto gregoriano – ribadendo con convinzione che la lettura e l’analisi delle fonti paleografiche investivano ogni studioso di una grande funzione e responsabilità, in ordine ai principi di coscienza e memoria, coerenza e innovazione, creando le premesse perché nuove generazioni di studiosi e interpreti potessero riconoscersi in una salda e condivisa identità culturale.

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Siamo stati con lui in non poche delle felici occasioni in cui avemmo l’opportunità di festeggiare traguardi importanti della sua vita, anche professionale, non ultimo il conferimento del Dottorato Honoris Causa da parte di Pontificio Istituto di Musica Sacra. Anche quell’occasione fu motivo per ribadire il dato di fatto che, se il canto gregoriano ha potuto godere nel tempo di un approccio più scientifico che rituale, certamente lo si deve anche a Nino Albarosa il quale, ampliando e facendo propria una tradizione di indagine sino ad allora poco praticata da studiosi laici, ha avuto, tra gli altri, il merito di far approdare ai grandi organi di diffusione scientifico-musicologica i risultati di ricerche italiane e no, svolte in ambito accademico.  

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Bisogna tornare agli Anni ’70 e ’80 del Novecento quando ai vertici della Società Italiana di Musicologia, Albarosa si spese perché l’indagine sui diversi aspetti della paleografia musicale e della semiologia gregoriana ottenesse un suo statuto, tale da allargare l’orizzonte di un insegnamento sino ad allora di fatto limitato agli Istituti di Musica sacra. Un passo importante, di cui è possibile cogliere la portata se si pensa al mondo accademico italiano di allora, dotato di un’unica, piccola e ancora sperimentale Scuola di paleografia musicale, messo di fronte alla creazione di un Dipartimento Arti Musica e Spettacolo che incontrò un immediato successo. Fu in quell’ambiente che Nino Albarosa espresse le sue migliori qualità di ricercatore e docente, ponendo per primo, nel curriculum degli studenti universitari, un originale approccio al Canto Gregoriano che, molte volte, ha costituito il punto di partenza per una serie di ricerche mirate al rafforzamento delle idee espresse da Cardine.

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Sul piano del metodo si è trattato non solo della semplice dichiarazione di appartenenza a una tradizione di studi e dell’ applicazione di stilemi interpretativi, ma di un vero e proprio input che oggi mostra la conseguenza del riconoscimento del fatto che il nesso permanente e attivo con i maestri possiede un carattere evolutivo, che la consonanza delle posizioni non deve condurre a un sapere irrigidito e che una sintesi storica può, e deve, inserirsi nello spazio d’ordine in cui conoscenze e teorie condivise si configurano come strutturalmente aperte a molteplicità di vedute.

 

Apertura e impegno scientifico sono state caratteristiche costanti che Nino Albarosa ha saputo declinare facendo convivere in sé lo studioso autorevole e l’interprete lucido. Fattosi ponte tra il mondo germanofono e i contesti dell’Europa latina, è stato alla base di un interscambio e di un dialogo sino ad allora caratterizzato da poca fluidità.

In questo contesto vanno interpretate alcune sue posizioni, prima tra tutte quella che fu denominata ‘Bewegungstendenz’ o ancora la sua visione del movimento “al grave”, posizioni che difese da inevitabili diversità di vedute emerse nell’ambito della comunità scientifica.

 

Senza entrare ulteriormente nello specifico, il ripensare alla mole di lavoro messa in atto da Nino Albarosa ci consente di affermare, una volta di più, quanto ‘il professore’ abbia, tra le altre cose, svincolato gli studi semiologici dal rischio sempre latente di interpretazioni semplicisticamente basate sul principio causa-effetto, ponendo sul tavolo questioni interpretative senz’altro più in linea con l’epoca di produzione dei più antichi manoscritti adiastematici, rispetto a uno “scientismo” storicamente estraneo alla logica che informa il rapporto parola/neuma – in cui ancora oggi sembrano muoversi alcune tendenze della ricerca.

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Lo pensiamo così, anche nel lavoro fecondo dei suoi anni di insegnamento romano al Pontificio Istituto di Musica Sacra, successore carismatico sulla cattedra che, decenni prima, fu del suo grande maestro.

 

In questo filone è da collocare l’iniziativa di Nino Albarosa che ancora oggi caratterizza l’attività principale della nostra Sezione, ovvero i Corsi internazionali che, dalla loro prima edizione, fecero dell’A.I.S.C.Gre. il punto di riferimento internazionale per quanto riguarda la formazione al Canto gregoriano. Albarosa ne fu promotore e fondatore coinvolgendo studiosi di altissimo livello, dando avvio ad un processo di recupero del senso profondo delle scritture neumatiche che a noi, oggi, lascia in eredità unitamente alla responsabilità di consegnare al mondo scientifico e alle generazioni che si formano, la consapevolezza della forza che sprigiona dal segno manoscritto.

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Nell’unirci ai familiari in questo momento di dolore, vogliamo nutrirci della Speranza che il caro Nino continui il suo canto al cospetto di quel Dio che ha lodato con la sua voce per tutta la vita.

 

Roma/Cremona 24 marzo 2023

 

Il Consiglio Direttivo dell’A.I.S.C.Gre. italiana

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Nel momento in cui vengono celebrate le esequie, il nostro pensiero e la nostra preghiera si indirizzano a Nino Albarosa, la cui scomparsa non può che riempirci di tristezza. I sentimenti giocano un ruolo importante sul piano dell’emotività nel momento in cui scorrono nella mente e nell’animo le innumerevoli immagini, di situazioni, di occasioni particolari, vissute con lui, per lui e grazie a lui: il nostro sodalizio non può che essergli debitore.

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Mentre con il cuore sinceramente pervaso dal dolore, lo ripensiamo afflitto dalla malattia che lo ha allontanato da ciò che è stato per lui una ragione di vita – il Canto Gregoriano – il ricordarlo impegnato per anni, fin dalla sua frequentazione con Eugène Cardine, ci consente invece di riconoscere la centralità della feconda attività di Nino Albarosa nell’ambito del contributo italiano nella ricerca semiologica. Al ‘professore’ come tutti lo abbiamo sempre chiamato, va senza indugio riconosciuto il merito di aver sottratto – da vero protagonista - il metodo semiologico ai rischi di un’incontrollata soggettività in cui rischiava di perdersi quando, scomparso Cardine, la giovane scienza era ancora impegnata nelle riflessioni intorno a princípi e metodi.

Nino Albarosa (1933-2023)

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