Scompare in Francia la "madre" del Graduale Triplex
Marie-Claire Billecocq è morta a 87 anni nel suo monastero in Normandia
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I funerali si terranno giovedì 3 settembre presso il monastero de La Chapelle Viel
Ancora abbiamo negli occhi il suo sorriso e la sua energia. Ce la ricordiamo così, instancabile esempio di fedeltà al Canto Gregoriano, suo compagno per tutta la vita. Nel suo monastero de La Chapelle Viel in Francia, nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì, si è unita alla schiera delle voci celesti Marie-Claire Billecocq, che aveva vissuto il suo ultimo momento pubblico nel marzo dello scorso anno, ospite e nel contempo protagonista, del Convegno organizzato dall’AISCGre italiana per celebrare i 40 anni del Graduale Triplex. Marzo 2019, lei, che era stata all’origine della pubblicazione con la triplice notazione, non aveva rinunciato al nostro invito che l’aveva colmata di gioia. Insieme ai convenuti ad Assisi aveva potuto ripercorrere le tappe innanzitutto della sua formazione romana con Eugène Cardine straordinario padre sella Semiologia gregoriana, e poi dell’esperienza di co-fondatrice del nostro sodalizio agli inizi degli Anni ’70 del Novecento e, ancora, di parte essenziale per la realizzazione del libro che diede il via al processo di totale cambiamento del rapporto tra esecutore e fonti manoscritte.
Fu lei – prima donna ad addottorarsi in Canto gregoriano al Pontificio Istituto di Musica Sacra - a stimolare nel 1979 l’allora giovane Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano per trasformare il nuovo Graduale Romanum, pubblicato nel 1974, in quella che fu e rimane una fatica scientifica di enorme portata: il Graduale Triplex che rivoluzionò l’approccio allo studio del Canto Gregoriano accostando alla tradizione della scrittura quadrata il dato inconfutabile dell’antica fonte manoscritta, oggetto di analisi paleografica e semiologica con immediato e forte impatto sulla prassi esecutiva. La novità - vera eredità dell’esperienza portata avanti in prima persona da Eugéne Cardine e condivisa con Luigi Agustoni - fu quella di riportare sopra ogni tetragramma gli antichi neumi del Codice 239 della Bibliothèque municipale di Laon e i neumi desunti da alcuni fondamentali manoscritti di famiglia Sangallese. Si aggiungeva così un nuovo mezzo scientifico, oltre che liturgico, agli strumenti di studio allora diffusi, ricalcando le orme della illuminata e lungimirante esperienza che Dom Cardine aveva iniziato con il suo Graduel Neumè. Di fronte al progetto dell’AISCGre, Dom Jean Claire, allora maestro del Coro dell’Abbazia di Solesmes, fu tra i primi a sostenere l’operazione editoriale realizzata poi dalla casa editrice del monastero francese. Si segnava così un ulteriore forte legame con il contesto solesmense ancora oggi indelebile. In nome e per conto dell’AISCGre operarono concretamente Rupert Fischer (Metten – Baviera), scomparso nel 2001, che lavorò sui neumi dei manoscritti sangallesi e la nostra indimenticabile Marie-Claire Billecocq che trascrisse i neumi dal manoscritto di Laon. Di lei ricordiamo anche l’instancabile intraprendenza scientifica e musicale che, negli ambienti ecclesiastici, caratterizzati da un neppure troppo latente maschilismo, le procurò non poche sofferenze. Seppur oggi sorpassati dalla ricerca, rimangono storiche le sue incisioni, tra le quali spicca per originalità “Le chant grégorien du soliste” pubblicato in Francia dapprima in vinile 33 giri e poi rimasterizzato in cd. Molteplici le sue collaborazioni con cori ed ensemble di musica antica e scholae gregoriane in Francia, nei Paesi Bassi e Svizzera Paese a cui era legata. Fu pure docente invitata nelle prime edizioni dei Corsi Internazionali che l’AISCGre italiana organizza da oltre 40 anni e studiosa brillante, presentando il frutto dei suoi lavori nel contesto di convegni internazionali.
Con lei se ne va un pezzo della storia del nostro sodalizio. Con la sua scomparsa e quella di chi l’ha già preceduta, si compie un ulteriore passo verso la chiusura di un ciclo estremamente importante dell’attività dell’AISCGre su diversi fronti. Un personaggio forte in termini scientifici e nel contempo capace di conquistare con la sua dolcezza nei rapporti umani.
A noi piace ricordarla così, come colei che ha contribuito in maniera determinante a far si che la generazione di chi scrive queste righe e quella di chi segue avesse la strada aperta alla conquista di un repertorio che - proprio grazie a chi ci ha preceduti - è potuto tornare alle origini, alle fonti.
A noi piace ricordarla così, caparbia e certa di aver incarnato un ruolo che – come quello di Fischer e Cardine – non ha avuto eguali.
A noi piace ricordarla cosi, sorridente ad Assisi lo scorso anno, felice di rivivere i momenti salienti della sua carriera di gregorianista, grata di non essere stata dimenticata e di avere offerto l’occasione – ahinoi l’ultima – per parlare di un lavoro certosino che ha stravolto gli studi gregoriani.
Grazie Marie-Claire, continua a cantare con noi e per noi l’unica melodia che fa della Parola di Dio il dialogo a Lui gradito. (Giovanni Conti)